domenica 27 luglio 2014

L'Evoluzione di un Sentimento n.6


Quando finisce un amore secondo un progetto, che effettivamente potremmo paragonare ad un lavoro a progetto, fallisce molto di più di un sentimento, ma un’intera programmazione di vita. Spesso c’è di mezzo una casa sistemata in due, scelta in una posizione strategica per problemi familiari e lavorativi. Qualche figlio se si è avuto il tempo di farlo, ma soprattutto un sistema di regole e usanze che viene a mancare. Insomma come se la sera accendete la TV per guardare la vostra serie televisiva preferita e invece vi trovate un noiosissimo talk politico con gente che urla e si agita. È una botta tremenda. 
Evitiamo però di fare gesti inconsulti come salire su palazzi e buttarci di sotto o darci allo sport estremo. Insultare periodicamente lei/lui e la suocera (cosa che facevamo anche prima).  Semplicemente un rapporto costruito secondo un progetto fallisce perché si mette al primo posto il progetto che se stessi. Capire ed andare avanti facendo tesoro dell’esperienza avuta, è auspicabile. Fortunatamente quest’esperienza io me la sono risparmiata eh! 
Infine arriva l’ultima evoluzione dell’amore, quella che preferisco. Non so se vi è capitato di giocare in 4 a calcio quando eravate piccoli. Beh lì si gioca due contro due con portiere volante. Cioè dei due chi si trova più dietro fa il portiere chi si trova più avanti fa l’attaccante. Insomma quest’ultima evoluzione del sentimento è una bella squadretta di calcio, che ti fa dire: “ Oh guarda com’è brava in attacco!” oppure: ” Uh come para bene!”. Una squadretta che può arrivare a vincere anche il mondiale con un po’ di fortuna. Tutto questo per dire che l’ultima e la più promettente fase dell’amore, è quella dove si vive tenendo in considerazione il fatto che la coppia è fatta di due persone, ognuna con i propri sogni, esigenze e necessità.


P.s. Per la saga di brani che trattano di amori andati a puttane ecco a voi un pezzo dove si rinfacciano tante cose. Skunk Anansie Hedonism

domenica 20 luglio 2014

Moka ep.10


L’uomo è uomo e dopo un po’ d’incontri vuole concludere. Si certo possiamo parlare del colore dell’arcobaleno, della fame e della guerra nel mondo. Ma dopo un confronto sui massimi sistemi è giusto e anche necessario che si faccia qualcosa insomma. Giustamente quindi, tramite FB Palomo propone un’incontro più intimo. Voglio dire, l’investimento tra viaggi e alloggio è importante, chi non proporrebbe una cosa cosi dopo un po’. Lei ha bisogno di verificare l’affinità di coppia e allora taglia la testa al toro. Propone che Palomo alloggi direttamente da lei, cosi risparmia pure. 
Dopo il solito incontro e la giornata passata insieme i due si dirigono a casa sua e lì poi succedono cose. Valutando il rapporto avuto la notte lei può affermare che si, lui è attratto, ma che no... Nel senso, cioè… si può fare di meglio. Certo lui si è impegnato, ma ecco forse gli serviva il libretto delle istruzioni o un motivatore a brodo campo che urla: ” Dai! Dai! Dai!”. 
S’incontrano altre volte dopo quella sera e il voto sul sesso resta medio basso. In queste giornate passate insieme non si fa solo quello e infatti, lei lo introduce nel suo gruppo di amici. Un ragazzo adorabile Palomo, s’inserisce perfettamente e tutti lo adorano. Lei di questo è contentissima. Sembra che splende un bel sole sul futuro di questa ragazza, ma quella maledetta brutta sensazione che le corre lungo la schiena non la abbandona. Non ha motivo di sospettare che qualcosa non funzioni e quindi continua ad introdurlo nella sua cerchia, fino ad arrivare ai familiari.


P.s. Ecco a voi un pezzo pop ma non troppo, che si aggira per le radio. Dan Croll si è fatto le ossa facendo tutto il percorso dei concorsi per cantanti emergenti inglesi.

domenica 13 luglio 2014

Brasile 2014


Non è mia intenzione occuparmi di calcio, visto anche la profonda ignoranza che nutro sull'argomento. Scrivo questo post perché preso da profonda incazzatura. Non me ne vogliano i brasiliani, non ce l’ho con loro, ma devo ammettere che la sconfitta che hanno patito 7 – 1 e successivamente 3 – 0, sono state motivo di gioia per me.  La mia non è rivalità sportiva, ma sdegno verso un comportamento che non da il giusto peso alle cose. Di cosa parlo? Adesso lo spiego.  
Prima della partita Brasile - Colombia crolla un maledetto viadotto costruito per migliorare l’accesso ad uno degli stadi dove si è disputata una semifinale. Classica opera “all’italiana” certo. Il numero delle vittime pare sia di 2 e i feriti 19. Non riesco neanche ad immaginare cosa patisce una persona, che si vede cadere addosso un colosso di quelle dimensioni. 
Qualche giorno dopo scende il Brasile in campo. Ecco ero convinto che ci sarebbe stata una fascia nera al braccio, un minuto di silenzio e invece niente. Non disturbiamo il Brasile che deve vincere la coppa… In quella partita si fa male il divo Neymar e lì si, i brasiliani corrono all’ospedale a piangere. Ma dico io: “ Cazzo te piagni?”. Vogliamo parlare di quelle famiglie cui è stata demolita la casa per fare le opere del mondiale e non gli è stato dato un altro alloggio? In mezzo la strada o nelle favelas sono finite.  Questi la sera a tavola che mettono il mondiale? 
Certo è normale che si resti male se la propria squadra perde, anch’io ci sono rimasto male per l’Italia dei cocchi di mamma e raccomandati che è voltata fuori subito. Se ci fate caso, abbiamo riprodotto a livello calcistico il nostro sistema paese e come volevasi dimostrare, siamo stati buttati fuori a calci o meglio a pallonate. Vedere dei bambini piangere per una sconfitta calcistica è normale, povere stelle. Quello che non comprendo è il pianto degli adulti.  Il fatto che il Brasile abbia fallito è un toccasana, perché si deve imparare a piangere per le cose importanti. Non voglio poi parlare dell’intervista di Neymar, che prosegue la telenovela inscenando delle finte lacrime, dimostrando che come attore fa profondamente cagare.  
N.B. Per un personaggio importante morto, l’Argentina fascia al braccio e minuto di silenzio.


P.s. Anche io quando cammino per strada mi trovo a ballare con della gente. A chi non succede voglio dire.
Mamma quanto sono bravi. Anche in questo attualissimo pezzo influisce pesantemente la musica anni 80. Notare che il video è stato girato in strada come si faceva in quegl'anni.

domenica 6 luglio 2014

L'Evoluzione di un Sentimento n.5


Possiamo dare delle colpe ad una donna per una relazione impostata cosi? No. 
Alla fine cerca solo di costruire un legame stabile e lo fa con i migliori intenti. L’unico torto che ha, se proprio vogliamo trovargliene uno, è quello di non saper essere se stessa. Le regole e i comportamenti che mantiene, spesso sono dettati più dall’orgoglio personale che da una reale esigenza. Le sue paure e insicurezze vengono ben nascoste dietro tante prassi e tanti preconcetti. Non possiamo dare colpe solo ad una tenera fanciulla che sbaglia il metodo, ma non il fine. Escludere lui da qualsiasi colpa è possibile? No. 
Se analizziamo la sua posizione, egli ha due alternative. La prima è annullarsi e far “comandare” lei. La seconda è ribellarsi. Nella prima ipotesi egli commette un grosso errore annullando la sua personalità e trovandosi come partner un comandante in gonnella. Probabilmente dopo un po’ si stanca lei stessa di avere un Yes Man al suo fianco e si trova uno stronzo salutare. Si perché il confronto nutre le menti e mantiene vivo il rapporto.  
Nel caso lui si ribella ed inizia a dire: “Senti le melanzane fritte le voglio il sabato che il lunedì.” oppure: “ Mi vesto da Batman solo nelle notti di luna piena.”, porta ad un contrasto. In tutte e due casi un rapporto impostato cosi è destinato a fallire, a meno che non si evolva.  Una volta che salta tutto se non si è un cantante come Marillon che scrive un pezzo per chiedere scusa, è meglio evitare di cantare se non si vuole peggiorare la cosa.

P.s. Sempre per la saga degli amori andati a puttane, come preannunciato, eccovi un pezzo dove lui  (lei si chiama kayleigh) le chiede scusa dicendo che ha troppa paura per telefonarle, come accade a molti di noi. Se vi piace questo gruppo vi consiglio di ascoltare anche lavender che prima o poi posterò. Una poesia prima che un pezzo. N.b. Nei suoi pezzi il basso è abbastanza protagonista. Ecco a voi dunque Marillon Kayleigh.