giovedì 5 novembre 2009

Storie

In un ospedale è possibile incrociare tante storie. Innumerevoli persone affollano la struttura e si muovono come in un grande formicaio, ognuna con i propri pensieri e la propria storia. Basta prestare attenzione a ciò che avviene attorno a noi per apprendere tante cose.
Capita di vedere un anziano con il volto gonfio dall’età e con sguardo smarrito seduto su una panchina con una coppietta e passando ascoltare il ragazzo che dice : ”Papà comunque andranno le cose per mamma, adesso mettiamo una donna a casa.”.
Oppure s’incontra in un corridoio una ragazza ventenne che va a trovare l’unico genitore rimasto e spiega con le lacrime agli occhi cosa sta attraversando.
Una signora che viene a trovare l’amica che non ha più nessuno ed inizia ad elencare le sfortune capitate negli ultimi mesi.
Il tutto sembra quasi una realtà alternativa alla nostra, come se fosse un’altra dimensione. La domanda da porsi è sempre la stessa. Quale è la realtà?
Quella che ci circonda nel nostro piccolo mondo o quella più ampia che si svela davanti a noi entrando in un ospedale?
Qualsiasi sia la nostra personale risposta a questa domanda, quello che conta è godersi la compagnia delle persone care attorno a noi.
Non contano né vacanze né i ristoranti, ma i 4 cari amici attorno ad un tavolo con cui brindare, la propria ragazza da stringere a se e sopratutto i nostri cari, stressanti e insopportabili genitori. A queste persone che s’incrociano non resta che augurare buona fortuna, consapevoli del fatto che la loro realtà potrebbe diventare la nostra.