mercoledì 14 maggio 2008

Settimana Bollente


Il Sabato successivo Quinto1 e il Marchese De Sade sono usciti con il gruppo dei grandi amici. Pare che il Marchese avesse tentato i primi movimenti tattici verso Equivoca e Quinto1 fosse stato messo in imbarazzo sul sedile posteriore della macchina da Sognatrice, in presenza del fratello alla guida. Ebbene sì la campagna era iniziata, le prime mosse sul campo già si vedevano. Il tutto era destinato a portare ancora più scompiglio in questo gruppo dai legami incerti e poco chiari.
Durante la settimana che segui ci fu l’assalto via sms da parte di Sognatrice. Pare che fosse addirittura arrivata a mettere il proprio corpo a disposizione di Quinto1. Asciugando la bava che periodicamente colava sul cellulare, Quinto1 partecipava felicemente al fitto scambio di sms con Sognatrice. Il Marchese invece chiedeva a Quinto1 di intercedere attraverso Sognatrice per conoscere la disponibilità di Equivoca. Tutto si muoveva, anzi ruotava. Il Sabato che ci attendeva era diventato fondamentale. Avrebbe Quinto1 avuto il suo trofeo? Il Marchese sarebbe giunto al risultato ambito? Tutta questa rotazione si sarebbe trasformata in un roteamento generale?

Tutto questo sarà svelato nella prossima saga dal titolo La Notte Degli Equivoci Viventi.

P.s. Un ringraziamento particolare ad A. che supplisce alla mia fantastica ignoranza per l’itagliano e che ultimamente non mi sta aiutando più. Se trovate qualche errore grave sappiate che la colpa è sua. Io declino qualsiasi responsabilità.

venerdì 9 maggio 2008

La Notte Delle Cascate (fine)


Atteso un po’ finche si liberasse un divanetto, ci siamo accomodati. La disposizione tattica era questa:
Sognatrice, Quinto1, Equivoca, Quinto 2, giubbotti, fratello di sognatrice con relativa fidanzata isterica, amico d’infanzia.
Tutti gli altri in piedi, anche se posto ce ne era ancora…
Quinto1 e Sognatrice iniziano a chiacchierare mentre io cercavo di fare breccia su equivoca.
Equivoca portava un vestito molto carino ma anche molto scollato. Tendeva un po’ sull’orientale, solo che io non sono proprio Bruce Lee. Scambio con lei due battute cercando di evitare che lo sguardo si concentri sulla scollatura. Purtroppo, il difficoltoso controllo dei miei occhi e la sua ostentata scollatura rendevano la cosa abbastanza impossibile. Riesco a scambiare solo due battute e poi fugge lasciandomi solo. Doveva aver frequentato molto Fuggiasca.
Comunque fatto sta che restiamo io Quinto1, Sognatrice e i giubbotti su quel divanetto. Quinto1 e Sognatrice civettavano tranquillamente, mentre io parlavo con i giubbotti. I giubbotti tacevano e chi tace acconsente si sa. A me piace parlare con chi acconsente.
Sognatrice da brava intrattenitrice ogni tanto si preoccupava di coinvolgermi nelle chiacchiere con Quinto1, ma si sa che attira più un pelo ascellare di Quinto1, che un pazzo che dialoga con degli indumenti.
In uno dei miei lunghi momenti di solitudine mi volto a sinistra e mi accorgo che sul divanetto ad U confinante con il nostro si era accomodata tutta la comitiva. Eravamo stati barbaramente espulsi ed evitati, come gli “immingrati” direbbe Boe dei Simpson. Al ritorno di Quinto1 dal bagno dopo che anche Sognatrice ci aveva abbandonato, gli propongo di alzare i tacchi. Lui da buon tattico invece propone di unirci al divanetto del gruppo.
Appena confluiti nel gruppo l’amico d’infanzia con fare superiore mi fa la domanda “ Dai dimmi quale ragazza del nostro gruppo t’interessa.”, pensando di mettermi in difficoltà. Con estrema tranquillità gli rispondo “ Tutte!”. Dopo questa risposta ho visto negli sguardi delle presenti e in particolare di Fuggiasca, terrore, costernazione, incredulità e particolarmente….schifo. Il risultato lo avevo raggiunto, “ mission completed”, come disse Bush girovagando a cavolo sulla portaerei americana . Il fatto che eravamo giunti tardi al locale e quindi si era fatto tardissimo in un attimo, ci ha favorito nella dipartita. Il ritorno è stato tranquillo, con Sognatrice che ci intratteneva e Quinto1 che riusciva a leggere l’orario giusto da orologi guasti per strada. Da cavalieri i quali siamo, abbiamo accompagnato Sognatrice fin sotto casa, per poi finire con l’insultarci tra noi.


P.s. Con questo post concludo la fantastica saga delle cascate. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno collaborato con me in queste settimane cioè: io ,io ,io ,io ed in particolar modo io. Ragazzi lasciate un commento, fatemi sapere che siete vivi. Il commento è libero a tutti basta selezionare anonimo.

venerdì 2 maggio 2008

La Notte Delle Cascate (quarta parte)

Riprendiamo la nostra fantastica storia.

Fatta la mia bellissima figuraccia e salutati gli altri componenti del gruppo, ci siamo diretti tipo gregge in questo locale che una volta era un impianto industriale. La musica messa dal dj era particolare, faceva cagare….Non si sapeva se si doveva ballare o cantare. Tutte e due le cose insieme era troppo faticoso farle.
Appena dentro ci troviamo immersi nella folla costituita da un buon 60% da donne. I posti a sedere erano affollati da giacche e coppiette. Eravamo quindi costretti a restare in piedi e per di più con i giubbotti sotto braccio. Decidiamo di avvicinarci al bancone per ordinare qualcosa da bere. Durante il tragitto noto alla mia sinistra un tavolo con sole ragazze. Due di queste, le più brutte, ballavano vicino al tavolo spintonando gli altri clienti. Attorno a loro si era fatto il vuoto, non ho capito se per gli spintoni o il ribrezzo….. Dopo mille peripezie arriviamo all’affollatissimo bancone. Chiedo a Quinto1 cosa volesse ordinare, visto che in genere lo seguo per provare nuove bevande. Lui mi consiglia un Mojito assicurandomene l’assoluta bontà.
Faccio io: ” Mojito?? Mai sentito. Che ci mettono? ”. Quinto1 in difficoltà e con la paura che lo sentisse sognatrice fa: ”Ehm…eddai!”. (A Quinto1 vatte a vedè che bevi su wikipedia cazzone!!). Da questo evento ho capito due cose:

1° Il Mojito è buono.

2° Quinto1 beve qualsiasi cosa, basta che contenga alcool.

Con il mio drink in mano incontro Fuggiasca e li alle strette faccio:”Ciaooooooo!”. Le faccio gl’auguri che mancavano e ci dirigiamo in una zona piena di divanetti, dove attendiamo che si libera un posto.