lunedì 28 aprile 2014

Sonnolento VS Gallo


Il gallo è uno degli acerrimi nemici del Sonnolento. Sì perché avendo a disposizione numerose galline, secondo il detto due galli in un pollaio no, suscita molta invidia nel Sonnolento.  Vabè ma si sa, il mondo è pieno d’ingiustizie e questo il Sonnolento l’ha accettato. D’altronde lui pur non avendo alcuna donna, ha il vantaggio di non finire in pentola. 
La convivenza resta però difficile tra i due, infatti si guardano in cagnesco. La cosa si complica quando il gallo pur non essendo un pavone si pavoneggia, dando luogo a situazioni scabrose. Un bel giorno il Sonnolento dedito a dare da mangiare al suo cane (detto anche bau), getta delle rimanenze ad una gallina che sostava lì di fronte. Questa si china ed inizia a beccare. Di soppiatto, approfittando della distrazione, arriva il gallo che le zompa addosso ed inizia a darci dentro. Davanti al Sonnolento si esibisce nella sua arte amatoria, come per dire: “Guarda come si fa!”.
Da quell’episodio l’odio tra i due crebbe tanto. Il gallo che ci dava e il Sonnolento che lo odiava e più l’odio cresceva e più il gallo ci dava.  In un crescendo che si concluse con l’infarto del pennuto…


P.s. Il basso, che per chi non lo sapesse è quella specie di chitarra che fa suoni profondi tipo bo bo bo, ecco quello li...è uno strumento che si usa come accompagnamento e non come protagonista. Infatti pochi vogliono fare i bassisti. Fatto sta che ogni tanto qualcuno lo fa suonare da protagonista sperimentando. Cosa che accadeva soprattutto negli anni 80. Questo divertente pezzo che a prima vista sembra di poco conto, ne è un esempio.

domenica 20 aprile 2014

Happy Easter


Eh? Che ve ne pare del titolo?
Buona Pasqua in inglese...fa più fashion su. Vi tratto bene ammettetelo.
Leggendo questo blog vi faccio sentire tutti/e Fashion-Style.
Approfittando dell'attimo che ho smesso di rotolare per l'enorme trippa che mi sono fatto, io e la redazione di questo blog vi auguriamo buona Pasqua e Pasquetta.




P.s. Metto un pezzo da ascoltare assolutamente durante gli spostamenti di Pasquetta.
link al brano

domenica 13 aprile 2014

Moka ep.4


La decisione di inviare una la foto giunge abbastanza presto, perché la nostra amica capisce che è deleterio iniziare una storia senza che ci sia anche un apprezzamento fisico. Stare ad immaginarsi Sharon Stone o altra strafiga a piacere che chatta in guepiere circondata da un alone di profumo, facendo volteggiare i suoi lunghi capelli senza dubbio è bello, ma ad un certo punto bisogna anche affrontare la realtà. Cosa che in genere si materializza in una persona in tuta, spettinata, con una maglietta vecchia, che si gratta una chiappa (Il mio caso). Saggiamente lei vuole stroncare il fantasticare, per evitare che l’impatto con la realtà porti all’ennesima perdita di tempo.
Si mette dunque a scegliere una foto da inviargli in modo da dire, guarda con chi stai chattando e se non ti piaccio levati dal c… Qui però giunge la difficoltà della scelta della foto da inviare. Mandarne una dopo un sapiente ritocco al PC?
Può essere utile in un primo momento, ma poi all’atto dell’incontro ci toccherà dare giustificazioni del tipo: “ Si ecco…l’altro giorno sono caduto…ma ero cosi come in foto sai!”.
Scegliere una foto simpatica tipo che ne so..una dove si è a cavallo di un gatto, oppure si veste da Sherlock Holmes.  Sono senza dubbio carine, ma non utilizzabili in questi casi. 
Magari prenderne una dove si è impegnati a fare cose importanti, tipo scalare l’Everest ( a tal proposito consiglio di munirsi di apposito poster che faccia da sfondo) o si è intenti a salvare un povero uccellino di cui non ce ne frega niente da un gatto (che poi sarebbe il nostro gatto). 
Troppo costruita un’immagine cosi. Lei dunque decide di inviargli una foto di se normale, quotidiana…decisione saggia.


P.s. Possiamo dire che questo è il brano che ha portato al successo Beck. Indubbiamente un capolavoro come tanti suoi altri brani. ...Im a loser baby so why don't you kill meeee

domenica 6 aprile 2014

Hashtag


Nel periodo dell’information tecnology e cavoli vari, tutte le mode discendono dalla rete. Finora era solo la moda a dettare legge, ma a quanto pare le cose cambiano. Queste mode e soprattutto quelle che discendono dal web si basano più sul termine stesso, che sul loro significato. Passiamo quindi da Fashion Style, definizione usata nell’ambito stilistico, a parole tipo hashtag o selfie. 
Che poi voglio dire sto hashtag che diamine è? 
Il cancelletto #. Simbolo che si usa per definire (taggare) un evento o oggetto multimediale. Invece di chiamarlo cancelletto, i media usano il termine hashtag. Sentite come suona seducente… pronunciatelo hashtag. Tra le parole nei vostri momenti intimi con il partner io userei  anche hashtag. Che magari lei non capisce che diavolo le avete detto, ma con tutte quelle h suona dolce e suadente. Se una ragazza mi dice hashtag, mi sento autorizzato a zomparle addosso, perché è una chiara allusione sessuale. 
Negli ultimi giorni sta prendendo quota il termine selfie.  Che diavolo è il selfie?  L’autoscatto.  Si ma autoscatto suona male e noioso, meglio dire selfie. Ti sei fatto il selfie oggi? Dai facciamoci tutti il selfie. 
Detto tra noi.. “Ma chi te vuole vedè!”. #fanculo.


P.s. Tuffiamoci nella fine degli anni 60 con un pezzo storico, che ha fatto da colonna sonora a molti film sul Vietnam, con i quali sono cresciuto anche io.